martedì 9 ottobre 2007

Fiume Setta

Il Setta è un fiume a regime torrentizio nell'Appennino tosco emiliano, ed è un affluente (di destra) del fiume Reno, il principale per lunghezza, superficie di bacino e portata d'acqua del tratto montano fino a Casalecchio di Reno.
Ha le sorgenti in vicinanza di Montepiano di Vernio (fra il monte della Scoperta, 1278 m.s.l.m., Casciaio 1195 m.s.l.m. e Poggio di Petto 1121 m.s.l.m.) in provincia di Prato: scorrendo a valle verso Bologna, in una valle assai larga e con ampio ghiaieto, tocca i territori dei paesi di Castiglione dei Pepoli, San Benedetto Val di Sambro, Monzuno e Sasso Marconi.
I suoi affluenti sono da sinistra il Brasimone che nasce presso il Monte Calvi 1283 m.s.l.m., forma l'omonimo bacino artificale, scende per una stretta gola sotto Castiglion dei Pepoli, forma il bacino artificiale di Santa Maria e sfocia nel Setta dopo Lagaro; ed da destra il Sambro, che nasce in prossimità di Pian del Voglio e segna il confine tra i comuni di San Benedetto Val di Sambro e Monzuno.
Dopo circa 47 km di corso, il Setta termina gettandosi nelle acque del Reno di fronte alla Rupe di Sasso Marconi.
La sua valle è quasi interamente percorsa dall'Autostrada A1 a monte di Sasso Marconi, tranne il tratto più prossimo al valico di Monte Citerna che percorre la valle del suo affluente torrente Gambellato.
Le acque del Setta, relativamente abbondanti in ogni stagione (la portata minima non scende mai a meno di 1 m3 al secondo, ma quella massima supera i 400 nelle piene trentennali, nelle piene bicentennali addirittura 650) essendo molto più pure di quelle del Reno, furono scelte dai Romani per alimentare la rete idraulica bolognese.
L'acquedotto romano (costruito sotto l'imperatore Augusto) che raccoglie le acque del Setta e le porta a Bologna è ancora attivo (è stato ristrutturato alla fine del XIX secolo) e comprende un cunicolo di 18 Km scavato nella roccia con pendenza dello 0,1%.
Tuttora una buona parte delle acque dell'acquedotto di Bologna derivano dall'opera di presa sul Setta, posta circa 1 km a monte della confluenza nel Reno, che le adduce nella vicina centrale di potabilizzazione e, di qui, nella rete idrica dell'area metropolitana bolognese.